Come eravamo diversi

Invecchiando si rimesta, inevitabilmente, nel passato. Affiorano ricordi di altre stagioni che la lontananza nel tempo fa sembrare, forse, più belle di quelle che erano in realtà.

Mi tornano alla mente quelle serate che, complice qualche bicchiere di vino, cantavamo alla rivoluzione come se fosse pronta a compiersi.

Belle illusioni cantate a squarciagola da voci vibranti ma spesso stonate.

Oggi le invettive contro il capitalismo sono considerate blasfeme.

La pace che, per noi, significava – Uguaglianza – Solidarietà – Comprensione dell’altro, oggi si chiama Peace Kipping e si cerca di imporla con i carri armati e le bombe al fosforo.

Perciò dalla dilagante senilità della mia mente si affaccia una canzone che con presunzione tento di adattarla ai giorni nostri.

La cosa più penosa, in giorni come questi,

è di trovar tra voi le facce di sempre.

Nel mondo c’è una lotta che non si è mai placata,

rompiamo le abitudini torniamo ad esser uomini.

Buttiamo a mare questi mascalzoni,

cessiamo di far da spalla ai delinquenti.

Giriamo una pagina di cent’anni,

andiamo a ritrovare la nostra dignità!

Non serve domandarmi se poi ce la faremo,

lasciamo alle parole il tempo di aspettare.

O forse noi si aspetta la Rossa Provvidenza,

per cui gli altri decidono e noi portiam pazienza.

Come eravamo diversiultima modifica: 2009-08-01T10:42:42+02:00da briccones
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