Una nota canzone di Dario Fo, oltre ad essere di piacevole ascolto, sta dimostrando di essere stata preveggente. Infatti il testo, per quel poco che ricordo, recitava, più o meno, così:
Ecco arrivato il re dei ciarlatani
cosa aspettate a battergli le mani,
a metter le bandiere sui balconi.
Mi spiace, non ricordo altro ma di una cosa sono sicuro.
Oggi abbiamo il re dei ciarlatani e la sua osannante corte dei miracoli composta da buffoni, nani, ballerine, mignotte, cambiabandiere e servi proni ai suoi piedi.
Il corollario che gli consente di fare lo spacciatore di menzogne e costituito della moltitudine di cronisti sordi, muti e ciechi davanti alla realtà e alla verità.
Costoro, senza nessuna vergogna, continuano a dare voce e sostegno alle azioni e alle parole del sire. Lo assecondano e annuiscono adoranti quando vomita insulti nei confronti dei suoi avversari.
Ma non solo la folta schiera di avvocati al suo servizio, impegnata giorno e notte a cercare scappatoie per impedire che venga giudicato da Un Tribunale della Repubblica Italiana.
Il fatto più allucinante è quello che riescono a ribaltare sia la realtà dei fatti, sia la logica.
Mettono sul banco degli accusati i giudici e i delinquenti salgono lo scranno ed emettono sentenze.
Noi non possiamo, se siamo uomini, continuare a far passare la linea di chi sfregia il senso morale dei cittadini onesti.
Noi dobbiamo dare vita ad un coro che all’unisono scandisca:
“Berlusconi, Disonesto e Buffone, Fatti Processare”!
La politica italiana è alla frutta….
@ Mr. Loto. Ho paura che della frutta ci sia rimasta solo la buccia.
Perchè vi ostinate a chiamarla politica?
E’ un semplice consiglio di amministrazione di una azienda che produce palle.
Gli italiani hanno bloccato la crescita e come tutti i bambini si divertono a giocare con le palle.
Solo che l’azienda è in fase di fallimento.
@ Tina, Una politica “deve” esistere. La differenza dal fatto che sia fatta bene o in maniera cialtronesca per noi ha molta importanza, condiziona in modo determinante le nostre condizioni di vita.
Io la chiamo politica, perchè noi tutti che esprimiamo i nostri giudizi su chi ci governa facciamo politica, se non nel senso migliore, certamente lo facciamo senza secondi fini o convenienze, lo facciamo per soddisfare il nostro senso di giustizia.
Tina anche quando sei caustica ed incazzata fai politica.