Le disavventure di Ser Silviolo da Macherio

In pieno Medio Evo, uno dei periodi più oscuri della storia dell’umanità, la differenza fra Ricchi e i Poveri era abissale. Ancora peggio dell’enorme distacco economico forse era quello dei Diritti.

Ai pieni poteri dei cosiddetti Nobili c’era l’assenza completa di qualsiasi possibilità di difesa da parte dei Poveri.

I vari principi, conti, ecc.ecc. , avevano il potere di disporre degli altri come se fossero bestie o peggio.

Soprusi e angherie a non finire, violenze impunite erano casi quotidiani.

Particolarmente insultante era il comportamento del famigerato Cavalier Silviolo da Macherio.

Questo figuro che aveva accumulato, attraverso maneggi oscuri e partecipazioni a società segrete, uno strapotere tale da fargli pensare di essere intoccabile e poter farsi beffe di qualsiasi legge o regola morale, col passare degli anni invece di acquisire saggezza e buon comportamento, forse sentendo avvicinarsi inesorabile la ora ultima, quella che finalmente rende tutti eguali, divenne ancor più scellerato.

Ormai vecchio e pure pieno di acciacchi, tentava ad ogni costo di respingere l’ avanzare della senilità, ricorrendo a puerili trucchi che lo rendevano oggetto di presa per le natiche.

Si cospargeva il volto con abbondanti strati di Terra di Siena. Si ornava la testa con cappelli palesemente finti. Dal lontano oriente, seguendo i consigli non disinteressati del presunto dotto Ser Sciampagnini, si faceva recapitare erbe miracolose o presunte tali che trasformate in orrendi intrugli ingollava in gran quantità.

Tutto questo perchè si ostinava ad illudersi di essere ancora un uomo affascinante.

Il tapino non si rendeva conto che le donne giacevano con lui, reprimendo il disgusto, solo per il fatto che vi erano costrette oppure perchè bisognose di pecunia.

L’aspetto peggiore di questo comportamento era dovuto al fatto che più lui invecchiava, forse per accentuare di più il desiderio, più pretendeva giovin fanciulle.

Fu così che durante uno dei suoi viaggi capitò nello Meridione ed in un sobborgo de la città di Napoli scorse una giovanissima pulzella, senza perdere tempo, allettandola con regali, promesse, facendogli intravvedere la possibilità di accedere alla sua già numerosa corte, la convinse a giacere fra le sue lenzuola.

Purtroppo per lui questa volta l’avventura parve dimostrarsi per lui fatale.

Il popolo offeso per l’ennesima volta si ribellò ed in un impeto di furia vendicativa decise di far giustizia sommaria e lo appese per le palle all’albero più alto.

Il finale di questa storia può far pensare ad una fine cruenta.

Non fu così, le palle del Cavaliere oramai da tempo vittime di camole si staccarono facendolo precipitare a terra contuso ma vivo.

I popolani che erano, purtroppo per loro, piuttosto creduloni vedendo in questo accadimento un segno divino gli fecero grazia della vita che lui, grazie anche al fatto che delle palle era mondo, si godette con molta serenità.

Le disavventure di Ser Silviolo da Macherioultima modifica: 2009-08-04T19:53:51+02:00da briccones
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